martedì 11 novembre 2014

Cronaca di un miracolo

Miracoli e ragione

Oh sì, di miracoli ne ho visti tanti, ma così tanti..che potrei scriverne un libro...e anche la mia vita non è stata da meno..li ripercorro spesso con la mente e mi chiedo: com'e' possibile che sia accaduto? La mia parte razionale riesamina spesso i fatti alla ricerca di una spiegazione.. che invariabilmente non c'é...
E così ho deciso di raccontarvene uno degli ultimi,  non il meno eclatante e del quale non cesso di rendere grazie ogni mattina.

Quella sera al rifugio

Dovete sapere che la scorsa estate, i ritmi del mio lavoro al rifugio erano molto concitati e sembrava difficile riuscire a conciliare tutto, perciò il coordinamento dei compiti  lasciava a desiderare e così pure la mia memoria...ma tutto questo non serve ancora a giustificarmi ai miei occhi.
Ora quella sera mi recavo come di consueto alla Messa domenicale al pomeriggio e certa dell'assicurazione dei miei collaboratori al rifugio, che avevano richiamato cani e gattini, mi mossi a  congedare l'ultimo assistito di quella sera in studio.
Ecco allora che  dopo un'ultima occhiata ai piccolini, mi affretto sulla soglia con giacca e ombrello, visto che come sempre nell'ultima estate, minacciava vento e  pioggia...
Chiusi la porta serrandola e mi affrettai a piedi, ridiscendendo nervosamente il crinale che mi separa dall'abbazia dell'anno 1000, dove in un' atmosfera anche troppo aulica, si dice Messa al pomeriggio.

Visioni

Terminato ch'ebbi il lungo viale alberato e prossima alla discesa che porta alla valle di querce secolari, iniziai a sentirmi fortemente a disagio.
Un senso di dolore, misto a paura...e all'improvviso mi venne agli occhi una visione chiarissima: Rocky,un cagnolino di quasi 20 anni, in mezzo al campo, abbandonato sotto l'albero di cachi, dove spesso adagiamo la sua brandina di vecchietto.
Lui è oramai incapace di deambulare senza assistenza, a causa della vestibolite cronica, ma sempre sveglio e pieno di desiderio di vita e fame e voglia di passeggiare...era lui nella mia visione...

Pensieri molesti?

Cercai di scacciare il pensiero..perché mai dubitare sempre di chi ci aiuta?
 "Sei troppo abituata a controllare tutto: dai anche agli altri un po' di spazio", mi rimproveravo mentre scendevo verso la chiesa.
In quel momento le campane scoccarono l'invito a raggiungere la messa, ma per me fu come se avessero decretato il dietrofront delle mie gambe.
All'improvviso nella mia mente s'era parata una consapevolezza nettissima e nel suono delle campane m'era sembrato di sentire uggiolare lontano...la casa era troppo lontana e sì , doveva essere la mia mente troppo preoccupata, infatti i piccoli erano tutti in casa e al sicuro...fuori c'erano solo ..i due cani aggressivi che avevo recentemente salvato per rieducarli...!!
Le mie gambe presero a muoversi sempre più svelte, mentre cercavo alla rinfusa nello zainetto il mio telefono, sempre spento quando mi reco in qualche luogo benedetto..ma quel giorno maledissi quell'abitudine e telefonai senza indugi al ragazzo che mi aveva aiutato, esordendo subito: " Hai messo Rocky nel suo lettino?"
Dall'altra parte si sentì un silenzio che mi sembrò durare in eterno...poi la voce disse: "credevo l'avessi chiuso tu, Mirina"...

Dio mio cosa ho fatto

Ricordo che il sangue mi si raggelò, il cuore smise di battere e per poco non caddi a terra...vidi in un attimo lo scempio che avrebbero potuto compiere i due grossi canoni aggressivi: un molossoide di 40 chili ed un maremmano di 60 ...entrambe portati a dilaniare e uccidere prede e pupazzetti..ad aggredir persone, persino, come era accaduto prima che li rieducassi...vidi con gli occhi della mente il povero Rocky o quel che rimaneva di quel fiero cane coraggioso, un mucchietto di ossa che lottavano per vivere con dignità.
Chiusi gli occhi come per non vedere lo scempio di cui sarei stata testimone.
E mi chiedevo: "Signore perché? Non potrò dimenticare un orrore del genere, perché lo hai permesso?Non mi perdonerò mai..il mio povero Rocky, vecchia scema che non sei altro...".
Tutto questo si agitava in me..ma l'unica frase che sentì dall'altra parte del telefono il mio interlocutore fu : "Dio mio cosa abbiamo fatto..."
Riagganciai veloce senza sentire cosa dicessero dall'altra parte...nessuno sarebbe potuto intervenire prima di me e nessuno poteva entrare con quelle due belve sciolte, magari prossime a contendersi i resti del mio povero, povero amore benedetto...
Dio se pregai..le gambe mi dolevano, correvo e poi ,senza fiato, arrancavo sulla collina ripida, gli occhi pieni di lacrime e di orrore.."Signore, Signore" pregavo...
Giunsi al cancello e i due cagnoni abbaiavano lontano, avevo i capelli dritti in testa e la scena che immaginavo di trovare mi ottundeva i sensi...ciononostante avanzai veloce e sicura verso di loro, sorretta da una forza che credevo di non possedere.

La lotta

Rocky era ancora lì, sotto l'albero( dunque era lì!!), si era ritirato, rannicchiandosi accanto al tronco e ringhiava con le poche forze che aveva, tenendo a bada i forsennati.
Dio mio: mi aveva aspettato..era vivo..ma sapevo che l'esito dello scontro non era deciso, perché quei due non avrebbero ascoltato le mie proteste. Non rispondevano affatto, sebbene li chiamassi a gran voce e mi risolsi a fare quello che si sarebbe rivelato un grande errore:...corsi sotto l'albero e  abbracciai Rocky, piccolo ferito, sollevandolo verso di me...
ma la rotweiler non aspettava altro: saltò d'un balzo verso di me e lo prese per la collottola, sbatacchiandolo, io mollai al presa perché non lo torcesse e lui rotolò via,  sballottato in una corsa folle, dietro l'efferato cagnaccio.
Al seguito il grosso maremmano andava ringhiando e immaginai si contendessero i resti del mio povero e non smettevo di intimare un "Noooo" disperato e rauco, oramai inascoltato da tutti.
La gimcana durò un tempo infinito ed io corsi dietro di loro, qua e là senza riuscire a riprendere quel che oramai credevo  essere un cadavere....
Poi sentii un vociare fuori del cancello:  era il dog sitter che era sopraggiunto e mi chiamava, che non poteva entrare a causa dei cani ribelli e pericolosi, ma mi volli assicurare che non facesse follie:
 "Non entrare", gridai disperata "..è morto, è morto".
In quel momento in cui gridavo: "Noooo", più al cielo che non ai cani, in quel preciso momento, dopo un ulteriore mezzo cerchio di trascinamenti del povero corpo inerme...la rot weiler si sedette accanto a me con quello straccetto nero ben saldo tra le fauci, mi industriai un'altra volta a toglierglielo, senza speranza, oramai, a mani nude sollevandole le possenti mascelle...

L'aria del Miracolo

...E  non so dire cosa sia cambiato in quel momento: l'aria, il tempo, i profumi, l'aspetto del mondo..quasi inerte e senza moto alcuno..tutto fermo..lei si lasciò disserrare le fauci e lo mollo'..io non lo alzai ancora,  per evitare che me lo strappassero di nuovo di mano, ma lo coprii con tutto il mio corpo, distendendomi su di lui, per proteggerlo: i canoni mi volevano bene , nonstante tutto e a me forse non avrebbero fatto del male...ma lui:..sentivo il suo cuore battere all'impazzata..era vivo, ancora vivo..
 Nel frattempo i cani sembravano essersi calmati..non apparivano più loro, ogni ansia era scomparsa, ogni riottosità sedata...mi alzai guardinga e incredula: risolsi che la più pericolosa fosse la rot, così mi tolsi le scarpe per camminare meglio e la sollevai di peso ( e non so come la mia vecchia schiena abbia retto a quello sforzo), calpestando ortica e rovi  senza sentire alcun dolore... la portai al recinto di legno e con la coda dell'occhio scrutavo  il suo compagno incitandolo  a seguirci ...cosa che inaspettatamente fece di buon grado.
Non appena chiusi i canacci, urlai al dog sitter e quello  scavalcò il cancello e andò in aiuto di Rocky, che credevo mezzo morto: ma che invece era vivo..inspiegabilmente vivo!!


Lo tastammo ovunque, solo un piccolo graffio da niente...come era possibile? Lui orinò subito per la paura dello scampato pericolo e accettò dell'acqua e addirittura del cibo.. una tempra d'acciaio, nonostante le sue quasi 20 primavere...

Ora sapete anche voi

Ma seppi chiaro Chi ringraziare...: nessuno più di me riconosce quel mutare graduale dell'immagine terrena e quel suono che non è più un suono... ma il compiersi di una prodezza che non ci appartiene.
Ora sapete anche voi, amici miei.
Niente è scontato, niente avviene che Dio non voglia: a noi  pregare e affidarci, perché il compito che ci è stato affidato sia leggero, perché gli Angeli ci assistano nelle prove.
Ancor oggi ragiono e mi dico che non avrei potuto vivere con un tale peso sulla coscienza: ogni giorno ringrazio di averci protetti un'ennesima volta.
E a voi dico: abbiate fede sempre e non abbiate paura, affidatevi e proseguite il cammino, fate degli Angeli di Dio il vostro conforto. Ora e sempre, nulla vi farà più alcun male.
Pace e Luce

1 commento:

  1. Complimenti un momento miracoloso intenso e carico di Amore grazie

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