venerdì 23 agosto 2013

Il dono dell'aquila

Dove il tempo goccia muto.........


Lettera di un'assistita:

"Cara Mirina, ho trascorso da te i 15 giorni più belli della mia vita, grazie e grazie di avermi donato la possibilità di conoscerti e di condividere con le mie nuove amiche un percorso fatto di onestà e coerenza.
Ma sopratutto devo ringraziarti per avermi permesso di conoscere me stessa e l'hai fatto introducendomi a questo luogo magnifico dove abiti e ai suoi misteri, alle sue leggende.
Sopratutto sono stata felice di visitare le Grotte di Frasassi (ricordo le tue parole mentre eravamo in quella meravigliosa grotta grande del vento :" Il ventre di madre terra dove il tempo goccia muto")e poi il santuario della Madonna di Frasassi, dove ho offerto il mio rosario in dono,non saprei cosa dire perché tutti i luoghi erano affascinanti e meravigliosi, pieni di sacralità e infondevano tanta pace e meraviglia.In particolare sono stata contenta di visitare la forra vicino alla splendida abbazia di Fonteavellana(dove tornerò presto, se ci accompagnerai, con mia madre!).Quello che accadde quel giorno mi è davvero rimasto impresso nella memoria e nel futuro lo considererò il momento della mia risalita interiore, con la presenza delle aquile....sarò felice se vorrai pubblicare questa mia lettera sul blog,a te un dolce abbraccio
Rita F."





Tra eremiti e demoni fa il nido l'aquila

Cara Rita,
grazie a te di aver partecipato il tuo entusiasmo sul blog per questi piccoli percorsi a tema che propongo a chi sia interessato a vivere la mia regione nei suoi lati più inusitati.
Conoscere un luogo significa percorrerlo ed amarlo, per anni, come ho fatto io, zaino in spalla, assieme ai miei fidati amici 4 zampe, alla scoperta di percorsi sconosciuti.


Eravamo "pronte" a ricevere un segnale

Quelli che tu citi  tra i percorsi, sono tra i più noti e fanno parte dei due indirizzi che ho chiamato "la via sacra" e "la via misterica", ma quello che ci accadde quando ci fosti anche  tu sulla forra, lo ricordo  con grande emozione.
Diciamo che allora, in un gruppo di sole 5 persone, immerse nel silenzio e nella quiete, dopo le preghiere delicate ed ardenti nell'abbazia camaldolese, eravamo "pronte" a ricevere un segnale...credo che sia andata così.



L'aprirsi della forra come un orrido dantesco

Ma per dovere di cronaca descriviamo al blog il luogo meraviglioso della nostra avventura, chiamato appunto la Balza dell'Aquila, nel comune di Serra Sant'Abbondio, incastonato nel massiccio della catena del Catria.
Il  nome "Balza dell'Aquila" è dovuto appunto ad una coppia di rapaci che nidifica qui e dove è bene non recarsi da novembre a luglio, per non disturbare nel tempo di corteggiamento e poi  lo svezzamento dei piccoli.
Fu lì che ci recammo, risalendo  la sterrata del monte Catria, fino  all'aprirsi della forra, che ricorda orridi danteschi.
Ogni volta questo luogo toglie il fiato per la bellezza brusca: tra pareti verticali di calcare massiccio, si susseguono salti e cascate, un itinerario bellissimo, non per inesperti, ecco perchè ci fermammo dapprima  ad  ammirare il paesaggio.

Timore ed ardore: uno stato dell'essere primevo

In fondo la forra si apre in una valle e un sentiero riporta all'eremo.
Si tratta di un luogo impervio, un terreno selvatico, difficile da conoscere a fondo e che tiene lontani i visitatori occasionali.
La stessa balza dell'Aquila è testimonianza di come le acque meteoriche si insinuino nel complesso del sovrastante Monte Acuto, come pure poco oltre, alla Buca del Diavolo, una delle centinaia di cavità scavate dalle acque che affiorano come "risorgenti" e che  indicano appunto il carsismo del pendio.

Gli abitanti parlano della "gelosia" del monte e tante leggende si legano a questi luoghi.
In qualche modo in noi risorge un  timore antico e ci mette a contatto con le nostre paure recondite, le emozioni risorgono pure dal nostro cuore e la mente razionale è chiamata ad una sintesi ardua... ma chi mantenga questo stato dell'essere senza rifuggirlo, può attingere alle sue forze più remote.
Appunto durante la nostra pausa a base di thè e frutta secca, adagiate sull'erba fresca, i racconti ci trasportarono in questa dimensione fatata, al di là del tempo, dandoci il brivido della scoperta, partecipi ed emozionate come in un film di Indiana Jones.

Il dono dell'aquila

Come conferma Rita, credo che ci siano momenti di particolare comunicazione con l'Universo tutto e la Natura: accade quando riesci a far parte del paesaggio che ti circonda e lasci andare il tempo, anziché limitarti ad un turismo distratto...ecco che allora puoi ricevere un dono, che scioglie ogni forma di condizionamento e diviene energia cosmica pura: fu quello che ci capitò e che chiamammo "il dono dell'aquila".

Ognuno di questi viaggi è particolare, perché è anche un po un esplorare  noi stessi, risalendo specchi interiori, reazioni e paure sollecitate dagli spettacoli di una natura ancora pressoché intatta, che ha creato il retroscena ideale per eremiti e santi, cavalieri e dame, folletti e streghe...

Stasera pregheremo per questa nostra casa verde, il nostro mondo, così meraviglioso ed estatico, capace di restituire pace e certezza a chi sappia ascoltarlo.

Per voi, cari amici del blog, ci i incontreremo alle 23 in astrale e pregheremo assieme, come di consueto: vi aspetto!
Pace e Luce


2 commenti:

  1. mmmmm... mi hai convinto Mirina.. qualche volta mi decido è vengo da te, dolce e soave Mirina... stasera sarò con voi, come sempre ciaoo Renata

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    1. E noi saremo felici di abbracciarti, cara e di mostrarti le meraviglie segrete di questa terra misteriosa!I percorsi a tema sono oramai sospesi fino al prossimo 2014, ma so che molti di noi sono pronti ad affrontare nuove strade interiori per realizzare la serenità e l'armonia che ci stanno a cuore.Pace e Luce

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