venerdì 2 novembre 2012

Le vette degli Angeli

Un luogo mi è caro alla memoria di  fanciulla...quello delle Alpi Valdostane, in particolare la cittadina di Gressoney Saint Jean, dove mio padre ci conduceva per  trascorrervi l'estate in compagnia  di due allegre ziette, allora ottuagenarie. Il mio legame con le due sorelle era davvero forte ed in particolare una di loro mi fu vicina alla morte di mio papà e poi vegliò su di me come una seconda mamma.
Era una donna bassina ed energica, con una mente gagliarda e gli occhi vivi, la caratterizzava una determinazione che le aveva permesso di scalare le vette di una carriera stupefacente, ai suoi tempi e preclusa alle donne di allora. E dopo la laurea in economia aveva potuto collaborare come autrice alla  conosciutissima enciclopedia  Treccani.
Sebbene avesse proseguito nella libera docenza, amava ricordare quanto fosse  stata preziosa la sua gavetta con  il lavoro da giovane diplomata, ragioniera in  banca, durante la guerra del 15/18..."quando le banche facevano ancora il loro compito...".
Ma non era stata chiaramente questa parte della sua vita ad entusiasmare i miei sogni di ragazzina, ma ben altro: a soli 18 anni, questa coraggiosa giovinetta, era riuscita ad adempiere adempiere al volontariato di guerra nell'ordine delle Samaritane, che erano le crocerossine volontarie di allora.
Zia Maria era lì ogni sera a  prestare la sua opera  al capezzale dei  feriti e moribondi che rientravano dal fronte.
Ma non era solo la sua audacia caritatevole che mi sorprendeva, ma sapere che nel frattempo, mentre prendeva lezioni di pianoforte, aveva trovato il tempo di essere abilitata alla guida degli aerei  con una sola altra compagna-pilota e spiccò tra le riserve femminili di guerra di allora....
Può stupire che una donna di tale tempra fosse anche una fervente cattolica, incapace di lasciar offuscare la sua fede dalla  pur ferrea ideologia comunista che la animava....
Ma quello che vi racconterò ora volerà a voi dalle sue labbra, tanto il racconto è vivo nella mia mente e nel mio cuore....

"Ero a Gressoney nell' agosto dell'anno 1937 a trascorrere la consueta vacanza estiva sulle Alpi con mia sorella e come sempre mi prendeva l'ansia di esplorare quelle montagne fantastiche e mi svegliavo di buon' ora per inerpicarmi sulle vette che circondano la bella valle, cui fa da sfondo il Monte Rosa.
Ero un'ottima arrampicatrice e alpinista, abbastanza coraggiosa ed intemperante da lanciarmi sempre su nuovi sentieri poco battuti e inspirare l'Alito d'Immenso che animava le cime di quei monti...da esperta montanara sapevo che era giusto ridiscendere la china entro le 15 del pomeriggio, dacché la sera giungeva rapida su quei versanti e ritrovare la strada era difficile...ciononostante ciò, un giorno volli rimanere ancora, affascinata dal paesaggio agostano ridente e verdeggiante.
E giunse l'imbrunire:, erano circa le 18 ed avevo iniziato da poco la discesa.
 D'improvviso udii una voce , che mi parve di donna e sembrò chiamarmi nel vento gelido:
"Maria, Mariaaa"
gridava la voce...
...io rimasi un poco in ascolto, ma pensai di essermi sbagliata e volli proseguire nel cammino.
Ma  riuscii solo a procedere di 3 passi quando un orrido spaventoso si aprì sotto i miei piedi, la gamba destra scivolò e a nulla servì cercare di aggrapparmi a dei  radi cespugli...caddi giù pesantemente..una lunghissima caduta rovinosa...
Infatti ero precipitata in un crepaccio di oltre 15 metri...quando rinvenni sentivo un grande dolore ad un fianco e mi resi conto che non potevo muovermi...ero caduta in piedi e capii subito che si doveva trattare di una situazione gravissima, perché, come seppi poi, nell'urto l'osso del femore aveva sfondato l'acetabolo del bacino.
Oltre al dolore lancinante sentivo un gran freddo ed ero sul punto di lasciarmi andare alla disperazione...sopra di me ascoltavo l'ululato severo di un lupo, che certo aveva fiutato una facile preda.
Con le ultime forze presi a pregare la Madonna di Lourdes, cui ero devota e decisi di mantenermi in vita,smettendo di piangere e soffocando le lacrime ardenti di febbre.
Scoprii anche che riuscivo a mantenermi un poco calda, urinando di tanto in tanto, mentre giacevo in quella posizione scomposta al fondo del crepaccio.
Passarono le ore e di certo le mie preghiere si perdevano nel deliquio e nel ricordo della voce che avevo udito e che, ora ne ero certa, mi aveva intimato di non avanzare.
Era oramai passato tanto tempo da quando ero caduta, ma speravo ardentemente che qualcuno mi trovasse:
"Avranno senza meno dato l'allarme" pensavo, cercando in me un coraggio che stava scemando con le mie forze...
Per fortuna a Gressoney era  avvenuto quello che speravo: mia sorella, spaventata dalla prolungata assenza, aveva allertato le guide del paese ed a più riprese  dalle 7 di sera mi avevano cercata sulle montagne.
Erano tornati a valle col morale a pezzi e dando a mia sorella Clara un verdetto poco rassicurante...
"...sarebbero risaliti al sorgere del sole...".
Se questo fosse accaduto, di certo non avrei superato la notte, tra il freddo intenso ed i lupi pronti a discendere..
...ma come a volte accade, per merito di una Volontà Superiore, una giovane guida di nome Fantolin, ragazzo ardito di soli 18 anni, si disse risoluto a tentare ancora e decise di inerpicarsi alle 10 di sera con altri due amici, sfidando l'oscurità e la pericolosità dell'impresa.

Credo che abbiano chiamato a lungo, inutilmente, il mio nome e per tante ore, quando fu che, ascoltando il soffiare del vento, mi parve di udire ancora una voce indistinta e credetti allora di star per rendere l'anima davvero...
....ma quale non fu il mio stupore : la voce si avvicinava, diveniva sempre più chiara e gridava :
"Maria, Mariaaa"
ma questa volte non era una voce inumana e fioca di donna, ma la voce energica di un uomo.
Perciò radunai tutte le mie forze e nel dolore gridai, gridai più forte che potei:
"Sono quiiiiii",
 continuavo a ripeterlo anche quando giunsero sopra l'ingresso del crepaccio:
"Sono qui, sono qui......"
Li sentivo chiaramente  parlare sopra di me e urlai:
 "Ho sete"
e allora calarono  una borraccia, il cui contenuto bevvi avidamente, accorgendomi solo dopo  che si trattava di una sostanza alcolica: stremata e per di più astemia com'ero, caddi svenuta e allora fu forse più facile per loro legarmi alla lettiga di soccorso, dopo che uno dei montanari si era calato nel crepaccio per prestarmi i primi soccorsi.

Mi issarono sul bordo del crepaccio, grazie a delle corde su cui fissarono la barella e  poi mi portarono a valle, sotto gli occhi della mia povera, preoccupata sorella: le apparsi  così, davvero malconcia.
Stetti una notte tra la vita  e la morte:  avevano raccomandato di non darmi da bere, ma l'arsura della febbre e del dolore era un poco alleviata dai chicchi d'uva che mi spremeva in bocca il mio fratello maggiore , giunto lì di nascosto della famiglia...aveva taciuto infatti a mio padre,gravemente  malato di cuore,  l'intera vicenda, ma  diede disposizioni per  trasferirmi l'indomani all'ospedale di Aosta in elicottero, se avessi superata la notte.
I medici fecero ciò che poterono per me e  furono comunque bravissimi : in 60 giorni guarii, ma ciò che ricordo meglio fu il regalo di mio fratello per rallegrare quella lunga degenza: "Tre uomini in barca", il romanzo del famoso umorista inglese e durante la mia convalescenza, ricordo che risi talmente tanto... che  la mia gamba ingessata e in trazione oscillava a più non posso..."

Mia zia Maria fu una gran donna, positiva e leale, fu però segnata per sempre da quella caduta perché divenne claudicante e non le rimase che aiutarsi con il bastone nella vita di sempre e sopratutto per le sue passeggiate,non più così ardite in montagna; ma vorrei confidarvi che mai la sentii lagnarsi del suo stato o addirittura lamentarsi del suo destino...sosteneva invece con forza l'intervento degli Angeli, che l'avevano salvata, quando tutti l'avevano abbandonata, ispirando il Sig. Fantolin, la coraggiosa guida gressonara...

A zia Maria, che tanto mi ha insegnato con il suo esempio e a Voi che mi ascoltate, offro questo tenero e appassionato ricordo.

3 commenti:

  1. Son rimasta affascinata da questo racconto...ma è davvero successo? Comunque è bellissimo, grazie, mi è sembrato di essere lì!

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