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Padre Damiano da Molokai |
"Varrebbe la pena conoscere l'ispirazione di tanto eroismo", disse di lui il Mahatma Gandhi, alludendo all'asprezza delle condizioni in cui scelse di vivere Padre Damiano de Veuster, il sacerdote che dedicò tutta la sua vita ai malati di lebbra.
E ci si può chiedere anche quale sussurro sublime induca un uomo ad immolare se stesso o cosa debba dimostrare ai posteri, oltre al suo impegno strenuo a favore della gente. Qualcuno potrebbe opinare circa il modo in cui dovrebbe poi manifestare la sua eccellenza...
Ma queste sono domande che un siffatto uomo non si porrà mai.
Per conto nostro siamo "abituati" a sentir parlare del Giullare di Dio, Francesco, che con determinazione quasi ilare dimostra come disfarsi di tutto, per far dono di se stesso ad una vita di stenti e di opere pie....
ma nonostante questi esempi quanto siamo disposti a concedere, a comprendere di quello che alberga nella magnanimità di un Santo, quali sacrifici, ad onta della purezza, che evidentemente deve sempre circondarlo, almeno secondo una certa visione bigotta e inveterata?
Una storia scomoda
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Padre Damiano affetto dalla lebbra, un anno prima della sua morte |
Ma chi era Padre Damiano, prima di essere colui che portò la Luce nel ghetto dell'isola dei lebbrosi, a Molokai, presso le isole Hawaii?
Ho raccolto un po di notizie su di lui...
Si chiamava Giuseppe, prima di essere ordinato Don Damiano De Veuster, della Congregazione belga dei Sacri Cuori ed era il più giovane di un'umile famiglia contadina. Anche suo fratello aveva scelto anni prima la carriera ecclesiastica e fu proprio a causa di un'infermità di quest'ultimo che Giuseppe ottenne di partire, al posto del fratello, per una lontana missione.
L'isola dei lebbrosi
Padre Damiano non era un uomo di lettere, era invece un uomo pratico, lavoratore eclettico e di grande tempra.
Un individuo di poche parole e di grande energia e quando decise di raggiungere l'inferno di Molokai, avrebbe potuto scegliere un altro luogo, invece la sua vocazione lo portò lì ..."dove nessun uomo sano di mente e di corpo sarebbe mai andato" :
potete immaginare cosa l'aspettasse ?
In un'epoca in cui la lebbra era considerata la più grave e orribile delle infermità, dal cui contagio si rifuggiva inorriditi, qualcuno scelse di sua volontà di andare incontro a coloro che ne erano afflitti, con ferma volontà e sicura determinazione, per portare, oltre alla parola di Dio, il conforto della sua presenza e il sacrificio della sua vita.
Damiano approda nell'inferno in terra
E potete immaginare cosa trovò in un'isola devastata da questa piaga? Vi venivano deportati tutti i malati delle vicine isole, a morire di una morte brutale, nell'assenza più assoluta di cure ed igiene, laddove vigeva la legge del più forte, in una geenna dove si ingaggiavano sfide sanguinose tra i lebbrosi affamati, dove non c'era rispetto per donne e per i bambini, abbandonati alla concupiscenza di creature scellerate.
...
Ecco il panorama che trovò Padre Damiano, arrivando sull'isola, con la sua fede nel cuore.
Ho immaginato l'arrivo di questo Santo, allora quasi quarantenne ed ispirato, mentre doveva farsi largo da solo tra i senza Dio, che non gli riservavano certo una piacevole accoglienza, dai quali si doveva far accettare con coraggio, perseveranza e pazienza, ma anche a suon di pugni, laddove fosse necessario...
E fu così che iniziò la sua opera, che in 16 anni lo portò a ricostruire nell'isola, da solo con i suoi lebbrosi, scuole e chiese, locali per la cura dei poveri infermi, potendo contare anche sulle offerte di coloro che avevano udito delle sue eroiche gesta.
Poco, a poco l'orrore di Molokai si tramutò in un'isola serena e i suoi disgraziati abitanti conobbero il rispetto della loro condizione di esseri umani.
A quel punto avrebbe potuto allontanarsi, anche solo per dei brevi periodi di di riposo, lontano dal suo popolo di mendicanti, invece non volle e non smise mai di dedicarsi, corpo, mente ed anima, alla sua missione.
L'origine dello scandalo
E ora ditemi, possiamo immaginarlo lindo nei suoi vestiti da prete? Certo che no, mentre condivideva la sorte dei disperati, mentre ne curava le carni putrefatte, il cui odore nauseabondo si respirava su tutta l'isola...così fu detto di lui che fosse "sporco ed anche ostinato, oltre che volgare ", fino alle offese più vili e false che gli furono mosse dagli appartenenti alla chiesa protestante.
In particolare ebbe un oppositore, un tale Reverendo Hyde, esponente della chiesa presbiteriana a Honolulu che, geloso della risonanza delle gesta di Damiano, alla morte di quest'ultimo, ne scrisse in modo ingiurioso, suscitando nei benpensanti addirittura orrore per la figura del Santo.
In difesa di San Damiano si levarono le voci dei suoi amati lebbrosi e pure quella del re delle Hawaii che ne aveva apprezzate le gesta conferendogli anche un particolare encomio, ma la provvidenza volle che un altro grande spirito di quel tempo fosse di passaggio in quelle isole.
Era lo scrittore R.Louis Stevenson e fu dal suo spirito prode e battagliero, dalla sua penna ardente e fiera, che prese vigore una delle difese più strenue dell'operato del prete lebbroso.
In quel tempo, infatti, l'autore dell"Isola del tesoro" e di tanti altri famosi romanzi , era in viaggio verso quei lidi, sempre alla ricerca di luoghi fonte d'ispirazione per i suoi racconti e anche di un clima più favorevole alla sua malattia, la tisi.
"Vidi cose che non si possono dire"
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Il romanziere Stevenson che scrisse un pamphlet in difesa di Padre Damiano |
Aveva sentito parlare dell'isola dei lebbrosi e volle approdare a Molokai, dove rimase fortemente impressionato dall'opera di Padre Damiano e raccolse ovunque testimonianze dell'affetto dei malati. Gli raccontarono di come il loro benefattore avesse proseguito ad impegnarsi, anche quando i segni della malattia erano divenuti visibili e la sua pelle aveva assunto l'aspetto tipico del morbo, perdendo poco a poco la sensibilità e nonostante questo, con strenua determinazione, aveva continuato a prestare conforto, sordo a chi lo invitasse a recarsi in ospedali idonei, ove potersi curare grazie al suo status di sacerdote.
Stevenson, che pure era agnostico, prese così a cuore la difesa di Damiano che volle scriverne in un pamphlet, affermando che " in molti, non solo i cattolici, credono che i loro eroi e santi debbano essere infallibili e provano un certo gusto a rendere pubblici i loro difetti e una volta scoperti vengono dimenticate in fretta le virtù predominanti e i veri successi".
Damiano il Santo
Questo fu Padre Damiano: forte e determinato, capace di ispirare gli animi più eccelsi , affettuoso compagno di sventure dei suoi protetti, ma schivo e scontroso, orgoglioso, trasandato e persino pedante con chi dimostrasse di non comprendere la sua opera..ma per citare le parole di Stevenson:
" Damiano è il Padre di tutti coloro che amano il Bene, perfetto come perfetto è il Padre che è nei cieli".
L'esempio di Padre Damiano, poi beatificato da Papa Giovanni Paolo II e quindi canonizzato da parte di Benedetto XVI, dimostra quanto sia impossibile fare del bene senza scendere all'inferno, quello della disgrazia, della malattia, ma anche quello del giudizio della gente: solo cuori puri e illuminati possono tanto, creature pronte a sacrificare la propria vita, noncuranti delle parole dei posteri e tesi solo allo loro Opera Sublime.
Pace e Luce
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