venerdì 3 aprile 2015

In nome dell'amore

La paura dell'abbandono genera falsi profeti

Ricordate il monito di un vecchio proverbio :"Le strade dell' inferno sono lastricate di buone intenzioni"?
Ma davvero può accadere ? In nome dell'amore é possibile incorrere in errore e divenire falsi profeti di una realtà peregrina?
Accade talvolta, quando ad esempio cerchiamo di salvare da un naufragio imminente un rapporto sentimentale in cui  non crediamo piu', solo perche' siamo incorsi nell'errore di guardarci dentro e magari abbiamo paura di rimanere soli.
Dentro di noi si inscena allora un oblio in un mare tempestoso di dubbi, recriminazioni, ossessive intimidazioni, per poi cedere ed immolarci esanimi a quella preghiera di non essere abbandonati.

Riconoscere le dinamiche sbagliate

Questa è una dinamica sbagliata, la piu' sbagliata, ereditata da un rapporto sentimentale passato o più spesso da una relazione sbagliata con le figure genitoriali, che invece di mostrarsi comprensive e protettive, hanno orchestrato le loro paure e i loro disagi dell'essere, se non le loro problematiche inconsce, su coloro che avevano il dovere di salvaguardare.


Imparare a chiedere aiuto

Non sempre siamo colpevoli delle dinamiche che viviamo.
Il problema è che vogliamo risolvere tutto con la bacchetta magica, magari facendo una chiacchierata con Mirina e non ci rendiamo conto che dopo il nostro fidanzato Giuseppe, ci sarà Antonio e sarà purtroppo spesso come Giuseppe e che Marina la donna per cui state spasimando
potrebbe comportarsi come la vostra ex...magari non subito..ma presto potrebbe accadere..
Questo perché, prima di legarci in un rapporto d' amore, non prestiamo importanza alla nostra crescita personale.E cosí riflettiamo sempre il mondo interiore, anche se non ne siamo consapevoli del tutto..
A volte vedo persone risvegliarsi dopo pochi incontri, altre volte non ne bastano decine.

La dipendenza dalla sofferenza interiore

Siamo affezionati al sintomo, alla nostra dipendenza, al nostro dolore, come alla nostra vocazione di sofferenza. Come se oltre quella la nostra vita non avesse senso, come se fosse necessaria per esistere.
E se Mirina scosta la tenda della nostra omertà con i nostri paradigmi di sconfitta, fuggiamo, per tornare sui nostri passi solo quando la vita ci offra un percorso alternativo: infatti di solito si comprende l'errore quando (finalmente) si vive un rapporto maturo e una condizione "normale".


Tornare a noi stessi con coraggio

Ora, prima di demonizzare la fonte del nostro malessere e augurarci che lo Spirito Santo scenda su di noi e ci salvi da quell'esperienza dolorosa, chiediamoci invece come tornare a noi stessi.
A quel tabernacolo interiore che è in noi da sempre e chiediamoci con coraggio cosa desideriamo essere.
Individui evoluti e consapevoli o bambini/e alla ricerca di un papà o di una mamma che ci amino?
I nostri genitori, sia qella minoranza disgraziata che ha operato male, sia quelli amorevoli, non sono più responsabili di quel che ci accadrà nel nostro futuro.Siamo noi e solo noi ad intendere come dover vivere la nostra vita.
Se altri non capiranno che siamo individui adulti, poco importa, voi lasciate indietro le tematiche che vi ancorano a schemi passati: siete splendidi figli di Dio, pieni di risorse.
Imparate l'umiltà di riconoscere i falsi miti e accettate di poter imparare come vivere ancora di amore, ma di quello vero che alberga in voi.
E poi, se volete, donatene agli altri.

Sarà il vostro contributo al mondo.
In Pace e Luce

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