martedì 24 settembre 2013

Ruggine del cuore......

"Quando ti proponi di portare avanti un'ideale, collaborando con gli Angeli a sostenere gli altri, devi dimenticare di avere una vita tutta tua ed essere pronta a donarti, a rinunciare ogni giorno a tutto, non solo al superfluo, per il bene di coloro che si affidano a te"  Mirina 

Un'altra emergenza al rifugio

Ero arrivata  al pronto soccorso ansante ed in apprensione per il grande cagnolone Ettore, un incrocio tra maremmano e san bernardo, di ben 60 kg, con una sospetta quanto gravissima torsione gastrica: grazie al pronto intervento di un volontario lo avevamo caricato in macchina e trasportato d'urgenza all'ospedale veterinario..una corsa contro il tempo, contro il pericolo di una setticemia.

Un uggiolare familiare sotto il bancone

Nell'attesa trepidante di quei minuti, nella reception dell'ospedale, mentre Ettore era in radiografia, avevo sentito un uggiolare familiare sotto il bancone.
Mi ero sporta dall'altra parte, ma non si riusciva a scorgerlo, se non forse una benda o parte di quella che doveva essere stata una zampina.
E il piccolino mi era apparso così, senza neanche avere la possibilità di vederlo tutto , ne sentivo il richiamo ardito di quello che avrei scoperto essere un barboncino.

 I barboncini di mamma Fee

Come molti di voi sapranno, ho allevato barboncini per 30 anni...
 Tommino, arrivato per essere soccorso, inaspettatamente incontrò l'affetto di una bella barboncina, un bel giorno di 20 anni fa ed  erano nati i suoi cuccioli, da una bellissima ed ilare mammina Fee. Tutto era accaduto per caso: il giorno in cui nacquero era il 14 luglio, la presa della Bastiglia, una data che avrebbe annunciato tanti eventi importanti nella mia vita, dopo essere stata  la data di nascita di mio padre.
Mammina Fee



I piccoli di mamma Fee divennero l'ultimo inaspettato regalo di papà dal cielo:  furono i  piccoli elfi che mi avrebbero accompagnata nell'impresa di dare rifugio e sostegno a tanti cani e gatti abbandonati.

Bianchina
Piccola Wiggie
Ma due anni fa, alla morte dell'ultima barboncina, il mio cuore si era serrato e non volevo neanche soffermarmi vicino a  dei barboncini, per non sentire le stilettate del dolore che avevo con tanta cura nascosto.

La storia di Ruggine

Invece quel cagnolino, inaspettatamente solo, era lì e mi chiamava sommesso, così  presi l'ardire di aggirare il bancone per poterlo vedere meglio.
All'ospedale veterinario sono di casa e nessuno ebbe nulla da eccepire, tranne quel batuffolo malconcio, che si era sporto con la testolina fasciata da un'enorme benda, mentre i ciuffi radi sul suo capino fasciato
 nascondevano gli occhietti vispi...il resto del corpo era depilato e qua e là potevi vedere grosse cicatrici in prossimità delle giunture degli arti, completamente avvolti  da ingessature.
La poca pelle esposta era tormentata di piaghe da decubito, ma lo stato fisico era comunque eccellente,lo spirito pieno di curiosità e disposto a trascinarsi pur di vedere chi fosse arrivato.
Il piccolo, che seppi appunto chiamarsi Ruggine, era lì dallo scorso luglio, quando un'automobile l'aveva investito e avrebbe sicuramente posto fine alla sua giovane esistenza, se la padrona, dopo diversi indecisi pareri veterinari, non fosse giunta subito all'ospedale.
Il piccolo, in fin di vita, aveva perso i sensi due volte ed era stato rianimato prontamente ed in seguito sottoposto ad una serie di particolarissime operazioni.

Lui vuole vivere

Adesso invece  mi guardava sospettoso: "Fa la guardia, pensa di essere il nostro cane...", si era affrettata a spiegare  l'assistente del dottore e concluse sommessamente: "i suoi proprietari abitano lontano e non possono venire a trovarlo".
E così lui, il piccolo sfortunato, s'era fatto di casa tra studenti e laureandi, medici, infermieri e fisioterapisti: la mattina sul suo girello predisposto, più spesso adagiato su cuscinetti e copertine.Alza la testina fiera, tra tutte quelle bende e richiama l'attenzione, sebbene la posizione eretta sia ancora  un traguardo ambito: lui non punta alcuna delle zampe e forse 3 su quattro sono "andate"..
Esclamai in un moto quasi automatico:"ma perché farlo vivere così?"
"Lui vuole vivere", mi fu risposto prontamente, " lui non vuole andarsene, non si è mai perso d'animo".

I barboncini ricordano e portano il broncio

Rabbrividii al pensiero del dolore degli interventi e dei chiodi che aveva conficcati, del capino ingessato, dalla mascella lussata.... ma sorrisi tra le lacrime  intravedendo i  suoi occhietti e il suo nasino con sfumature ciclamino.
Pochi giorni prima la proprietaria gli aveva fatto visita e lui era rimasto immoto: non solo non aveva manifestato gioia nel vederla, ma si era completamente bloccato, dando l'impressione di essere molto più inerte di quanto non apparisse in sua assenza: ricordai bene che i barboncini sanno portare il broncio a chi l'abbia, a loro avviso, abbandonati.
E la povera signora si era disperata di questo, non capendo il dolore da cui era originato questo comportamento...

Intanto Ettore, il mio campione, era sotto i ferri, per il pronto intervento di una valentissima chirurga che ci aveva raggiunti alle nove di sera.
 Io non mi sarei assentata da lì per nulla al mondo e quindi rimasi ad aspettare e  Ruggine accanto a me... si addormentò mentre lo accarezzavo.

Brevi ed  inaspettati movimenti coordinati ma tornai a casa piangendo per la sua sorte

Il giorno dopo Ettore era in terapia intensiva e io potei ottenere di stare con lui, abbracciando così di tanto in tanto anche Ruggine, che sembrava aver fatto qualche inaspettato movimento coordinato...ho assistito  ben due cani paralizzati in passato, conosco un poco  la terapia e l'affetto di cui occorre circondarli, non lasciandoli mai soli.
Tornai a casa piangendo per la sorte del piccolo Ruggine che presto sarebbe stato spostato in un'altra struttura a fare fisioterapia,  sarebbe stato necessario cambiare casa e farsi nuovi amici.....

Benedette creaturine che sciolgono la ruggine dal cuore...

L'indomani ero di nuovo in ospedale e chiesi allora al medico se fosse controindicato portare il barboncino fuori in giardino con Ettore, che intanto stava un poco meglio.
Ebbi la sensazione che al piccolo facesse tanto bene stare fuori sull'erbetta fresca, mangiò di gusto e si addormentò tre le mie braccia, così lo adagiai piano vegliandone il sonno e coprendolo con una copertina di lana.

Benedette creature che sciolgono l'amore nel cuore: lui aveva sciolto la mia vecchia ruggine, la crosta di dolore e raccapriccio che mi aveva ferita indelebilmente anni prima.

Ho capito che loro nascono per insegnarci ad amare, ancora ed ancora, finché avremo sospiri di vita.

Non so se ti rivedrò mai Ruggine, ho lasciato il mio numero di telefono ai tuoi dottori e mi sono raccomandata affinché  parlassero di me alla tua padroncina, se avesse bisogno di aiuto e consigli o di un soggiorno presso di me durante la terapia....
.......se non se la sentisse di tenerti, così...
........chi vorrà pregare per Ruggine?

Pace e Luce

7 commenti:

  1. Io,io prego ora e sempre per Ruggine !

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    1. Grazie cara: Ruggine sta meglio, ha fatto tanti passi avanti, anche se si muove con un carrellino!

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  2. Io,io prego ora e sempre per Ruggine !

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  3. Quando ho letto l'articolo è come se vivessi in quel momento quelle sensazioni...preghiamo tutti per Ruggine e per chi come lui ha bisogno di tantissimi cure preghiamo

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    1. Sai puffetta, infatti è andato tutto assai meglio di quel che si non si pensasse! La grande caparbietà di Ruggine e la determinazione della sua mamma umana!

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