martedì 23 aprile 2013

L'altra faccia dello specchio

Cari fratelli e sorelle di Luce...in questi giorni ho diminuito gli incontri con i miei assistiti per curare uno dei miei più anziani ospiti del rifugio,ed  ho avuto occasione di riflettere  a lungo, nella solitudine di quelle ore trascorse nel prendermi cura della mia Stellina.
Ecco allora che  vi partecipo i miei pensieri, non perchè siano  migliori, ma solo per condividerli con voi...e perchè onorino la mia piccola combattente oggi e sempre.

E' così che mi sono chiesta:

Dove inizia e dove finisce il nostro comportamento etico?
C'e' differenza tra la morte di un uomo e quella di un'animale?

Per molti ancora oggi ve n'e' molta.
Per gli esseri umani esiste un modo di diversificare la vita in seconde e terze classi, sacrificabili o addirittura destinate all'...alimentazione(!!!).

Quando da bimbetta mi spiegavano che mangiare il coniglietto era bene per me, scoppiavo a piangere  e serravo la boccuccia...come era possibile che quel batuffolo dolce dovesse morire nel sangue, per diventare il mio cibo?

L'eredità del nostro spirito incarnato aveva chiara la nequizia di quei comportamenti!
L'allenamento alla crudeltà ci ha marchiati quotidianamente, fino ad insegnare lo stesso ai nostri figli.

Ed anche chi crede che non sia giusto, ciononostante, di nascosto, offre manicaretti al sangue ai propri figli e nipoti.

Oggigiorno persino la medicina ufficiale si è dimostrata contraria al consumo di carne.

Ma lo zoccolo duro resiste.

E non è il solo problema: ve ne sono altri, più speciosi, anche per la sottoscritta...

credo che ad ogni essere vivente debba essere data la possibilità di scegliere circa la propria morte.

E se non possiamo scegliere il "come", a volte è dato di scegliere il "quando".

Mio zio se ne andò così: dopo un accordo con il suo medico e amico di una vita, mentre la moglie era fuori per una commissione.
L'accordo risaliva ad  anni prima, mio zio era stato un valoroso soldato e disse al suo amico: "Semmai diverrò inutile e non potrò guarire, non farmi diventare una larva!"
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Ma a proposito  degli animali cosa possiamo dire?
Nessuno si stupisce di una "soppressione" dell'animale, ferito o malato cronico, giudicato senza via di scampo secondo la medicina.
Quale momento è giusto perché se ne vadano i nostri animali?
Quale morte è la "migliore"?

Quella rapida ed indolore che segue ad una brutta malattia?
O quella accordata dal medico pietoso?

L"ultimo atto d'amore" di una vita trascorsa da amici?

Oppure è giusto il rispetto della sofferenza e del  diritto, simile a quello umano, ad una "morte dignitosa"?
Dove non ci sia una puntura a metter fine alle sofferenze?

Ma non sempre ci sono sofferenze, a volte si tratta di un lento spegnersi..in cui l'animale non mangia più, non cammina più...diventa un peso per i proprietari...mentre ti chiama magari uggiolando, per poi arrischiarsi a sporcare di deiezioni ...e poi ti ringrazia con un buffetto, quando lo ripulisci e gli dai da bere.
Chi si è mai chiesto se prendere le ferie per assistere il proprio cane morente, sia un comportamento civile?

"Cosa vuoi fare piccolo mio? "diciamo noi...e lui ci guarda intensamente e sappiamo che è lì, è con noi e vuole con tutto se stesso quell'istante.

Io non so, cari fratelli e sorelle, cosa sia giusto..
sento che il principio della NON INTERFERENZA sia saggio, se l'animale non patisce  dolori atroci...troppe volte ho seguito scrupolosi medici anticipare la fine di un animaletto.

Troppe volte sono tornata a casa  con l'inferno nel cuore.

Pochi anni fa lessi i libri del Dott. Cattinelli ( http://www.stefanocattinelli.it/)e per la prima volta osai rimanere in ascolto di cosa mi dicesse la mia piccola Wiggie...l'ho ascoltata fino all'ultimo, fino a quando è spirata tra le mie braccia...tre giorni e tre notti dopo 16 anni di vita insieme.

E ho sentito il privilegio di quella morte, oltre al dolore, che sempre attanaglia quando se ne va un esserino caro.

Cos'è giusto, amici miei ?
Gli Angeli sussurrano troppo piano...ancora troppo piano...

Pace e Luce

5 commenti:

  1. Cara Mirina io ho dovuto sopprimere due cani che avevo e a cui volevo molto bene, é difficile oggi decidere in un altro modo se il medico ti prospetta una fine atroce.
    Se qualcosa cambierà forse potrà succedere se si potrà cambiare qualcosa nel modo in cui i medici veterinari prescrivono la morte....cosa ne dici?

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  2. Sì, ti capisco e capisco che debba essere stato tanto duro per te.Quello che sostengo con il mio discorso è il diritto ad una morte rispettosa dei diritti degli animali, che sono diritti alla vita e poichè la morte è parte di essa, anche quest'istante deve essere un diritto di ogni essere.
    Loro, i nostri animali, vivono nel presente(dove dovremmo stare più spesso anche noi....)e non c'e' alternativa a quello che vivono.Accettano e si incamminano, sereni, come dice la mia amica MIchaela
    "sai,è proprio davanti alla dignita' di questi esseri che mi sento impropria,egoista e incapace di apprezzare cio' che mi circonda,i loro occhi parlano piu' della nostra lingua biforcuta(spesso..)il loro comportamento è nobile senza che nessuno glielo abbia mai insegnato:sono una grande forma di amore e di esempio,peccato che noi non riusciamo a capire...
    Ora Mammola, prima era Wendy...forse lei sara' in grado di fare aprire gli occhi a tanta gente,ma la terra grida aiuto e l uomo sordo non la sente".

    Ringrazio MIckaela della sua partecipazione.
    Ma io credo che no,non c'e' in questo una visione pessimistica: l'esempio dei nostri animali é importante, come il nostro saper raccogliere il loro linguaggio d'amore....Pace e Luce

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    1. Come sempre riesci a stimolare la mia crescita spirituale...sono venuto da te per un problema e mi ritrovo a ringraziarti per avermi fatto sentire bene in generale con me stesso...riguardo il discorso dell'eutanasia non so cosa sia giusto, è come se dovessi rifletterci: ti prometto che quando il mio amatissimo cagnone sarà prossimo alla pensione mi ricorderò di quello che hai scritto ! Grazie sempre di esserci!

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  3. Interessante spunto su cui riflettere...non ho mai posto un problema simile...

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  4. SE la sofferenza di un animale è davvero insopportabile qualche volta è bene valutare con profonda meditazione il caso estremo, ma nella maggior parte dei casi ho accompagnato tante bestiole al loro ultimo giorno senza che soffrissero, lo vediamo innanzitutto dalla loro voglia di mangiare e di essere attivi, quando hanno deciso di andarsene lo fanno con molta dignità e spesso c'e' un'arrendevolezza disarmante nel loro offrirsi con grazia al passaggio. Pace e Luce

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