venerdì 27 giugno 2014

Questi fantasmi

Dove albergano i ricordi?

Le ombre del passato sono costantemente  presenti nella nostra vita, ci avvolgono in ogni momento e spesso ci fanno compagnia, come quando si invecchia e si ama circondarsi di fotografie, come se quei volti familiari fossero ancora lì, proprio per noi, più spesso tentiamo solo di esorcizzare l'orrore della morte o addirittura del nulla, per chi non sia credente, altre volte quel viso familiare ci rende meno penoso il distacco e, di giorno, in giorno sembra essere ancora parte della nostra vita...

La passione per i fantasmi

Ma quando ero piccola, l'idea di vivere in un mondo popolato di esseri incorporei, alimentava in me la sensazione di abitare un luogo magico, dove potevano esserci  consigli e trovate geniali, raccontate da amici immaginari: tutti i bambini sembravano avere un amico immaginario ed il fatto di non sentirlo, di non riuscire a contattarlo, sembrava quasi indispettirmi..ascoltavo molto bene invece la voce di Gesù o era quella del sacerdote che diceva messa? Era così ispirato e guardava oltre l'altare maggiore, mentre dall'alto della navata quel fascio sgargiante di luce illuminava i vetri colorati, inondando di luce il capo del prete, così assorto, così ispirato, che non lasciava dubitare che fosse davvero il messo di Dio...
E tutta la mia vita, allora, si componeva in un quotidiano vessillo: sapienza, saggezza, buona costumanza, ordine, diligenza..e al di fuori di questa c'erano loro, i fantasmi, che le mie suorine preoccupate non volevano nominassi, che si agitavano impalpabili nelle soffitte delle mie prozie..tra candelabri antichi e cappelliere che odoravano di naftalina..in attesa di essere riutilizzate, un giorno, chissà quando...

Il fantasma del nonno

Così, un giorno accadde che un parente venne a mancare d'improvviso: era la prima perdita importante della mia vita e mentre mi rattristavo dei  visi affranti dei miei genitori, non potevo fare a meno di pensare che senza meno il defunto sarebbe venuto a trovarmi e quell'idea all'improvviso non mi era sembrata  così confortevole...
Nonno Arnaldo era stato un nonno burlone, un eterno giullare, si beava di innocenti scherzetti che mi facevano piombare in un tetro malumore, quanto invece facevano ridere lui, a crepapelle, convinto di poter giocare con me come con una bimba più grande: abituato a tirar su figli maschi, l'eccessiva sensibilità di questa nipotina lo stupiva e non si rendeva conto di quanto fossero frustranti gli scherzi con fiori che spruzzavano acqua e quelle monete che sparivano proprio sotto il mio naso, riapparendo dietro un orecchio...molto del mio malumore era dovuto anche all'eccessiva attenzione di mia nonna, che non mancava di rimproverarlo aspramente, quando metteva a dura prova la mia pazienza con i suoi esperimenti di destrezza...e di questa consapevolezza mi facevo forte.
E quando scherzava, a volte con impietosa arguzia, mi illustrava doviziosamente il compito  cui era deputato un bravo fantasma e cioè quello che avrebbe fatto lui, una volta morto: avrebbe tirato l'angolo della mia  coperta, ululato trascinando catene fuori della porta e via così in un susseguirsi di disastrosi eventi...

 Cosa sono davvero i fantasmi

Ma mio nonno non venne mai a trovarmi  e neanche gli altri parenti anziani, che sparirono all'improvviso dalla mia vita, neppure mio padre lo fece, che pure se n'era andato in un afoso pomeriggio di giugno, senza poterlo salutare un'ultima volta, portandosi dietro la sua giovinezza e tutte le mie favole...

Attesi a lungo, ma solo dai  sogni, papà mi rassicurava della sua pace e del suo amore.
Negli anni seguenti capii che gli spiriti che infestano le case non sono quelli dei trapassati, ma che  possiedono una forza oscura, spesso si alimentano di disgrazie e di animi sofferenti e  che le nostre stesse paure possono mescolarsi ai  suoni macabri che riecheggiano nelle vecchie dimore, sollevando polvere di ricordi  e sensazioni sinistre: un alito di vento, il cadere di sassolini sul pavimento....seppi che tutto questo poteva aprire dei vortici molto profondi, dove sarebbero cadute la coerenza e la stabilità di una persona..così chiusi quel capitolo della mia vita, non vi guardai più, satura di quelle ultime esperienze di terrore puro.
Gli sguardi di chi ascolta ora potranno volgere al riso o essere ammiccanti, ma vi giuro che era stato così: si erano manifestati, ma non erano affatto i fantasmi degli antenati, erano i fantasmi di un passato sepolto, che non mi apparteneva, una memoria collettiva veicolata da uno stato di abbacinamento..ora sapevo che la paura poteva creare oceani di oscurità.

La casa degli spiriti

E perché tutto questo possa essere meglio compreso, lo racconterò ancora una volta, riportando alla mente  quella settimana che avevo deciso di trascorrere sulle montagne, nella vecchia casa isolata e di quel pomeriggio quando  attraversai  il torrentello che separa l'abbazia dell'anno mille dal resto del vecchio feudo.
 Lo facevo in fretta, con le scarpe strette in  mano e l'orlo del pantalone rimboccato, i piedi agili saltavano sui ciottoli levigati, con l'acqua che scorreva cristallina...ma mancava poco all'imbrunire e avrei oltrepassato il confine del vecchio cimitero di campagna prima di sera, almeno prima che le lucine delle tombe fossero visibili, simili ad un chiarore misterioso che proveniva dal  cancelletto d'ingresso arrugginito.
 Io, invece, avrei rivolto lo sguardo verso casa, mentre nel mio cuore si sarebbe agitata una certa meraviglia estatica per la  perfezione del luogo, quasi  un magnifico set cinematografico per un film horror e mentre ascoltavo ogni mutamento cosciente del mio stato d'animo, avevo rimesso le scarpe e aumentato il passo.
Ma il vecchio casolare era vicino, poco oltre la curva apparivano i lampioncini già illuminati, con un po' di vapore attorno, dovuto all'umidità della sera ed  io intanto mi affrettavo, scomparendo rapida tra le ombre allungate dei cipressi, lungo quel viale che sembrava non finire mai.

Notte di tregenda


Quella sera non riuscii a studiare (stavo preparando un esame all'università), ma rimasi in ascolto di quello che mi parve il lamento di un uccello notturno,monotono e spettrale. Accesi la luce nel salottino accanto alla stanza da letto: era una vecchia casa, dove l'arredo era costituito per la maggior parte di vecchi mobili inutilizzati delle case di città e perlopiù scuri ed austeri, sembravano osservare una sintonia silenziosa, mentre dalle pareti i ritratti di visi nobili, spiccavano severi e inquietanti. Spensi la luce e tornai in camera, presi un romanzo in mano e, senza troppa intenzione , mi immersi nella lettura...
Il primo dei fatti inspiegabili

Ma non era trascorsa un'ora, che il vecchio orologio a pendolo iniziò a scoccare sinistri rintocchi, cigolava un poco, mentre il suono si espandeva nelle stanze della vecchia casa.....era la mezzanotte e tutto era avvolto in una strana atmosfera ovattata. Ancora una volta spensi la luce e mi risolsi di dormire, ma dalle tende di pizzo filtrava  il biancore quasi  latteo di una magnifica luna: era rassicurante e spettrale al contempo, contenni un brivido e mi girai su di un fianco...fu allora che accadde il primo dei fatti inspiegabili che avrebbero tormentato quella notte di tregenda.
 Poteva essere trascorsa mezz'ora, ma non ne sarei certa, quando d'improvviso la porta della stanza fu scossa da un boato sordo. Sembrava che un colpo potente si fosse abbattuto sul vecchio infisso, facendolo tremare e poi spalancare davanti ai miei occhi increduli... visto che poco prima mi ero assopita, quel baccano mi aveva risvegliata di colpo, sentendo i battiti del cuore soffocarmi la gola. Ma poco, a poco ripresami dallo spavento, risolsi che doveva essersi trattato di una corrente d'aria, nulla di più. Faticai un poco a trovare una spiegazione, ma poi spensi la luce dell' abatjour e mi rimisi a dormire, non senza prima aver assicurato la porta della camera (che non aveva chiavistello) con una grossa poltrona davanti, che ne serrasse l'uscio.

Un secondo colpo fa tremare la porta

Ma erano trascorsi solo pochi minuti, quando un secondo tonfo, più forte e devastante del primo, si abbatté di nuovo sulla porta...
"Chi è?" ebbi il coraggio di urlare, ora seriamente impressionata...ma dalla porta chiusa non proveniva più alcun rumore, solo i miei cagnolini sul letto, avevano preso ad abbaiare e ringhiare verso l'ingresso...
Allora mi  feci coraggio, mi alzai  e perlustrai la casa: scesi  dabbasso, costeggiando le vecchie alabarde appese alla parete, oltrepassando l'armatura lucente, esposta lungo la scala e scostando lo sguardo dal  putto di alabastro, portatore d'acqua vittoriano, che troneggiava maestoso all'inzio della rampa... e scesi fino all'ultimo gradino, dove un'atmosfera quasi solida mi accolse, con l'irrinunciabile certezza che l'aria apparisse satura di qualcosa e fosse  pesante.

Il cagnolino abbaiò a qualcosa che non riuscivo a vedere

Mi obbligai però ad essere razionale e poiché le porte erano chiuse e le finestre tutte serrate, tornai a dormire. Finalmente presi sonno, ma non avrei saputo dire quanto tempo fosse trascorso, quando  sentii  l'ululato sinistro del mio barboncino e  mi svegliai di soprassalto...alla luce fioca della lampada, vidi che sembrava abbaiare ad un qualcosa che io non riuscivo a scorgere, ma che, seguendo lo sguardo del cane, stava compiendo una virata tra l'angolo della parete di fronte a noi e l'immagine sacra appesa sopra il letto.
Dopo questo fatto, il cane si calmò e tutto tornò tranquillo.Tranne io, chiaramente, che già supponevo che non avrei potuto dormire ancora .


Rumori sinistri e mobili trascinati

Vegliai allora per un po', lasciando accesa la luce nel corridoio... ma erano trascorsi solo pochi minuti, quando iniziai a sentire dei rumori fortissimi dabbasso..come mobili pesanti che venissero trascinati dovunque...saltai giù dal letto, convinta di aver trovato la causa di tutte quelle stranezze: doveva trattarsi di ladri o di qualcuno che si era introdotto di nascosto, forse per rubare..così scesi le scale in silenzio, accostandomi dietro la porta chiusa del salone principale. Tutto taceva, dunque aprii la porta ed entrai piano:....nel salone non c'era anima viva e tutto era come l'avevo lasciato, anche i mobili erano tutti al loro posto e le porte e le finestre serrate. Risalii così le scale di malavoglia: mi sembrava di avere le gambe pesanti, per la stanchezza, ma anche per una strana sensazione che serpeggiava in me, espandendosi dal centro del mio essere, sembrava dare elettricità al mio corpo esausto...era adrenalina..paura...
Cercai allora di non pensarci, mi rimisi a letto e dopo una lunga telefonata con la mia famiglia, pur senza  avere dato troppo peso alle loro raccomandazioni, mi ero però convinta  di avere a che fare con manifestazioni non spiegabili razionalmente.

Ticchettii sinistri


 Ero oramai all'erta e fu allora che  la manifestazione si fece evidente ed iniziai a sentire un ticchettio disordinato...quasi il ridere di bambino, ma che poi però si mescolò ad un altro rumore..come se mille sassolini fossero gettati d'ogni dove attorno a me, erano tantissimi ed intorno al letto cadevano ovunque..anche se  non potevo vederli...
Tutto questo mi  sembrò durare un tempo infinito, poi, di nuovo , il silenzio.
Quella notte non dormii più e decisi di rimanere sveglia ad aspettare l'alba oramai prossima.

Una vera storia di fantasmi

L'indomani la casa si riempì di gente e quelle manifestazioni non ebbero più luogo, se non nei racconti appassionati che ne feci tante volte, di fronte a camini accessi, nelle sere di tempesta o in quelle notti d'estate in cui è bello sedere sotto le stelle e chiacchierare di fatti misteriosi...
 Oramai da tanto tempo non raccontavo questa storia, non almeno da quando abito quella stessa dimora e i miei angeli hanno potuto consolare le anime sofferenti che l'abitavano...dando conforto e proteggendo:...
tra il cielo e la terra ci può essere un accordo e si trova qui, in queste terre selvagge e dimenticate....
punto di scontro di forze telluriche e misteriose presenze...

Seppi da allora che non bisognava mai invocare i defunti, capii che ricercare le manifestazioni spiritiche può essere molto pericoloso, che tutto questo potrebbe aprire  la porta ad essenze primordiali, disincarnate o  espandere fluidi magnetici, che si nutrirebbero della nostra stessa paura...
Ora sapete che può succedere, anche a voi.

Perché pregare

Pregare può servire:  può aiutare a scacciare queste vibrazioni il più lontano possibile dalla nostra coscienza, perché esse si nutrono del nostro buon umore e soffocano la nostra intraprendenza: ecco perché dobbiamo  pregare, perché ci si possa invece avvicinare alla Luce, anziché essere attratti dalla tenebra, accettando ogni giorno un nuovo dono, una nuova speranza, un nuovo orizzonte in cui creare.... finché il giorno non muoia, finché ogni alito sopravviva nella gioia...per sempre....preghiamo stasera insieme alle 22.

E ogni spirito sia libero....
Pace e Luce

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