domenica 21 ottobre 2012

Conosci la tua missione?

"Ricordate che la chiesa è l'arnia, ma il Signore è il miele.
Non accontentatevi di parlare alla gente delle Verità spirituali, ma mostrate loro come essi stessi possono raggiungere la coscienza di Dio".

Care sorelle e fratelli nella Luce, ieri rileggevo le parole  di un Santo indiano, Paramahnsa Yogananda, che tanto avevo apprezzato anche grazie all'insegnamento di Padre Mariano Ballester e ribadivo dentro di me questa necessità, ossia di indicare il cammino.

Avere fiducia nel proprio cuore può comportare grandi sacrifici e disvelamenti importanti della nostra mente apparentemente attratta dalla logica del pensiero.
Ma quando stabiliamo il Contatto dentro di noi, una grande fiducia si impossessa di noi e diveniamo forti e luminosi.
E in seguito più saremo insieme nella Gioia e nella Pace e sempre più diverremo potenti e capaci di portare gioia e sostegno nel nostro mondo.
Quanti di voi sentono di avere questo compito? Eppure molti di voi sono chiamati a diventare fari della loro famiglia, comunità, quartiere...
Pace e Luce

2 commenti:

  1. Ciao Mirina,
    è difficile sia sentire il Contatto sia sapere qual' è la nostra missione qui sulla Terra, come si puo' scoprirlo?

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    1. Cara, il solo pensiero in questo senso può aprirti un varco inaspettato.Devi solo permetterti di ascoltare in silenzio e in preghiera/meditazione.
      La mia è un'esperienza umile e nient'affatto da emulare...anche io ho avuto momenti di sconforto e angoscia...ma qualche cosa mi riportava sempre con i piedi a terra ed era l'Amore per gli altri, il voler intensamente lenire le loro sofferenze.Questo e non altro mi ha tenuta in piedi nelle difficoltà e nei timori...non già l'assennata cura di me stessa(chiedo spesso scusa al Signore di maltrattare questo corpo imponendogli ardue prove di fatica), ma l'istinto di portare sollievo a chi ne avesse bisogno. E poichè io non sono una Grande Anima come Ghandi o Madre Teresa, l'ho fatto come potevo,nel mio piccolo mondo.
      Dapprima nelle comunità di ammalati e diseredati: alle Suore di Madre Teresa arrivai come una giovanissima,ricca benestante che guardava con un po di ribrezzo il desco dei poveri...ma era tanto il desiderio di imparare di tralasciare il mio senso dell'"io e del mio" che riuscii a liberarmi dei concetti inculcatimi nella mia famiglia e potei veramente donarmi con tutta me stessa.In seguito feci lo stesso in altri ambiti del volontariato e divenne un pilastro della mia vita : ricordo quanto i miei assistiti mi portino gioia e amore ogni giorno.
      In particolare ricordo Franchino, un angelo sulla terra a Santa Maria della Pietà, un ospedale per lungodegenti...era un ragazzo affetto da idiotismo dalla nascita ed era anche un sublime pittore, un'anima dolce e serena anche se gli era impossibile anche portare alla bocca il cucchiaio per mangiare.Ma avrei tante storie da raccontare e temo di annoiarvi...verso una certa età i ricordi si muovono imperiosi e arditi, mentre abbiamo tanto da fare...Pace e Luce.

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