mercoledì 21 novembre 2012

Digiuno e consapevolezza



Un'opportunità salvifica

Nei tempi andati le antiche religioni prescrivevano periodi di digiuno per salvaguardare l'anima e lo spirito dalla nequizia delle circostanze terrene...in realtà tali prescrizioni hanno perso i loro proseliti nel corso del tempo, incanalando la gente verso l'imperante dictat che vede nel consumo dei beni alimentari oltre la necessità individuale, un lucroso mercato, a svantaggio dell'altra metà del mondo che muore d'inedia...
Ma non sono qui per discutere dei paradossi del nostro tempo, ma per portare il mio modesto contributo ad una pratica salvifica per il corpo e per lo spirito.

Il digiuno dischiude nuovi orizzonti

Poco o nulla si tramanda di quella necessità con la quale ci muoviamo verso un'elevazione spirituale assolutamente parallela al riconquistato benessere del corpo.
Il digiuno è ancora associato a privazione e carestia e poco importa se l'alternanza di periodi di astinenza favorisse la purificazione fisica e risollevasse dalle  malattie.
Cristo stesso si oppone al digiuno come regola e rigida abitudine, svuotata di significato per riproporlo come rituale vivo, strettamente connesso alla preghiera:
"Allora Gesù fu condotto nel deserto per essere tentato dal diavolo e dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti, ebbe fame.Il tentatore allora gli si avvicinò e disse: Se sei il figlio di Dio dì a questi sassi di diventare pane", ma Egli rispose :"Sta scritto : non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"Matteo 4 1-4
Molti sono i passi del Vangelo che si riferiscono al digiuno: il discorso della montagna(Matteo 6 16/18), oppure il racconto della guarigione, ove risalta il binomio preghiera-digiuno(Marco 9, 14/29) e qui non citiamo anche le altre tradizioni religiose dove troviamo prescritto  il rispetto di questa pratica.
Buddha infatti diceva: "quando tutta la carne sparisce, l'anima si illumina di luce sempre più intensa, lo spirito è sempre più vitale"

Come vivere la rinascita fisica ed emotiva

Chiaramente qui non parliamo della pratica come semplice processo meccanico, magari avviato per motivi estetici: in questo caso può solo risolversi in un insuccesso ed essere anche dannoso per la salute.
Chi digiuna in realtà predispone anche il corpo a ricevere meglio il cibo in futuro, migliora lo stato fisico e allena la sua indipendenza dalle sostanze dannose.
Quando tornerà a cibarsi sarà orientato a farlo verso i cibi più vicini all'uomo, ossia la frutta e le verdure cotte e crude, dapprima spremendone il succo e in seguito gustandole tal quali...solo in seguito mangerà i cibi solidi ..proprio come un bimbo che cresce..una vera rinascita per questi corpi maltrattati dalla chimica dei cibi.
Ma chi non abbia mai provato cosa significhi digiunare non sa che la mente ne trae grande giovamento e che lo stato emotivo si placa quasi fosse stato precedentemente  intossicato dal cibo.
E' pur vero che nell'occidente la sovralimentazione è molto diffusa e con essa quasi tutte le malattie che si sono moltiplicate in questo secolo e che da essa derivano.
Ma quando, dopo un digiuno, ci si predispone a ricevere il cibo, il senso di esso e la gratitudine per questo dono mostra la sua armonia nella ritrovata salute, nello sguardo limpido, nel pensiero sereno e dunque starà a noi non umiliare di nuovo il nostro corpo(tabernacolo dell'anima) con l'abuso di sostanze tossiche nonché del sangue dei poveri fratelli animali uccisi.

Pace e Luce

Nessun commento:

Posta un commento