giovedì 28 marzo 2013

Una madre "matrigna"?

La Natura Matrigna

A volte si parla di natura matrigna, quando per qualche ragione i processi ad essa riconducibili sono privi di quell'armonioso equilibrio che garantisce una vita felice e pia.
La pensava così Leopardi, che fece discendere da quest'atteggiamento le pagine più profonde della sua  lirica.
Ma quanti di noi si è disposti a credere che esista una madre priva di quel ragionevole ed istintivo amore per i suoi piccoli, che imponga sacrifici crudeli e che soffochi la gioia di vivere?
Eppure, ancora oggi, ci sono persone che possono ricordare un'esistenza di terrore e di umiliazione nelle mura domestiche...

Il dolore di una figlia 

Ecco la testimonianza di Giovanna, uno stralcio della sua  dolorosissima lettera agli Angeli.
Giovanna ora lavora come volontaria negli ospedali indiani e si occupa sopratutto di bambini.E' una persona solare e sensibile
Ha 40 anni ed ha scelto di non avere figli, vediamo perché ascoltando le sue parole....

"......Commisi l'errore di credere che quella settimana fosse stata la prima della mia vita non vissuta nell'angoscia e mi illudevo di sottecchi che tutto fosse cambiato.
Avrò avuto appena 4 anni e "lei" era bellissima ed algida, il suo sguardo severo mi osservava per cogliere il minimo errore, la mia esitazione imbarazzata era aggredita ed umiliata e quindi aveva fatto di me una bimba timida ed  insicura in pubblico...
Ma quella settimana era insperatamente trascorsa senza liti, senza tormenti, senza bacchettate sulle cosce (di quelle con la paletta da cucina, prima in legno e poi quella di ferro che lasciavano lividi per settimane)e finalmente potevo sperare quasi in una vita normale.
Mi aveva anche accarezzato e guardata con approvazione quel giorno, per il mio essere stata giudiziosa, mi aveva promesso regali.
Ero abituata ai suoi rapidi cambiamenti d'umore , alla sua improvvisa voglia di stringermi forte, di baciarmi con violenza, pretendendo il suo dominio completo su di me...non mi faceva piacere, a volte il suo alito aveva un odore forte che rimaneva attaccato alla mia pelle...ma sopportavo, perchè dovevo far tesoro di quei momenti.
Più spesso era muta ed assente e si ricordava di me solo per rimproverarmi.
Non avevo mai pensato che fosse infelice, io da bimba, ero solo convinta di essere sbagliata e non piacerle affatto.
Così quel giorno assaporavo la fine della giornata, indugiando sull'insperato e fortuito periodo di pace, ma fu allora che accadde qualcosa che non dimenticherò mai.
Credo che qualcosa fosse andato storto, forse un piatto rotto o un cibo bruciato, e lei arrivo' come una furia nella  stanza dove stavo giocando e mi intimò di mettere subito tutto a posto e di andarla ad aiutare.
Io dissi solo "va bene" ma avevo preso a tremare, cercavo di calmarmi ma speravo che se fossi stata obbediente, forse avrei potuto evitare la catastrofe, così mi alzai lasciando le mie bambole intente a prendere il the.
Ma come varcai la soglia, lei stava tornando verso di me: mi sollevò per un braccio e mi accompagnò alla porta della stanza, poi la spalancò e mi trascinò dentro: mentre  mi reggeva saldamente per un braccio sollevandomi a tratti dal suolo, tirava su una alla volta con odio e malagrazia le mie bambole che erano intente al pacifico the e urlò in modo agghiacciante:
"Cosa sono queste?Cosa fanno quiiiiiiiii?????"cercai di balbettare qualcosa, che avrei messo a posto...ma sembrava non ascoltare, così mi  uscirono le lacrime e lei mi strattonò con più forza:
"Che fai piangi, uèèèèèèèè, piangi e vuoi telefonare alla zietta per farti consolare? Vuoi dire che tua madre è pazza????"

Intanto aveva preso una ad una le bambole e staccava loro le gambe con forza, staccava teste, staccava braccia che volavano nella stanza e poi calpestava di ognuna la testa facendo sprizzare fuori gli occhi sgranati azzurri e lividi...loro soffrivano ed io chiedevo pietà per il massacro, ma lei non ascoltava...uccideva,sì uccideva ridendo tutti gli esseri che io amavo e allora non capivo che forse avrebbe voluto cancellare me....poi prese un gran secchio della spazzatura e vi riunì i corpi maciullati delle mie protette, mentre io ero sconvolta dai singhiozzi e dal dolore intenso, forte come una lama di ghiaccio fuso al centro del cuore...quelle lacrime che non ho pianto del tutto e che oggi si sono cristallizzate sotto forma di tumori..
Infine mi nascosi a piangere sotto il letto e lei, non trovandomi più, si calmò.Io invece sperai di morire e chiesi a Gesù di portarmi via presto.

Per tanti anni mi sono sentita reietta ed infelice, nessuno conobbe mai davvero il mio dramma, io non ne parlai mai, ho portato avanti un'esistenza diversa e distaccata, ai margini della società, poi ho capito che di quel dolore dovevo far qualcosa: ma non potevo avere figli, avrei potuto essere "come lei";
 scelsi quindi la via dell'esilio e in quell'esilio trovai tanti sorrisi e faccini bisognosi d'amore, tante persone di gran cuore che mi hanno ricordato che Dio esiste...credo che gli Angeli mi abbiano aiutato a non divenire una psicopatica, credo che tutto ciò che ho vissuto mi abbia fortificata, senza guarire del tutto dalla mia ipersensibilità....."

Ecco, ho voluto pubblicare questa lettera di sofferenza perchè ogni mamma possa sentire questo dolore e confortare Giovanna e tutti i figli del mondo, che si sono sentiti non voluti e che sono cresciuti traditi dal grembo materno in cui sono nati:
sappiate di essere cari a noi come quando eravate bimbi.
Siamo vicini a tutti voi e pronti ad ascoltare e confortare.

E' un eufemismo dire che questi bimbi caddero dal nido?Come uccellini implumi non voluti?
Non discuteremo sulle responsabilità dei familiari e di una società sorda(quella dell'epoca di Giovanna), in cui i figli erano in balia completa di patrie potestà infelici,malate ed  austere...

A ben guardare, oggigiorno, si cade dal nido in molti modi...
Un abbraccio ,cara, cara Giovanna...

Pace e Luce

2 commenti:

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  2. Ciao Mirina, che bello, finalmente sei tornata, e subito facebook si è riempito di gioia e pace!Ho letto il tuo post sulla morte...io non ho avuto esperienze dirette, ma nel profondo del mio cuore sento che dopo la morte c'è un posto di pace e serenità...più che un posto una sensazione...è come se l'anima sarà cullata per sempre solo da sensazioni di gioia e appagamento!Fino a qualche anno fa avevo il terrore della morte, se solo ci pensavo stavo male ed ero colto da ansia e paura...invece adesso penso alla morte come la liberazione dall'anima da un corpo che suo malgrado è costretto a vivere in un mondo che non condivide...sento che dopo la morte ogni anima si sentirà come voleva sentirsi su questa terra, ma non è stato possibile...amore incondizionato, pace, serenità, gioia...e VITA...si, forse è un controsenso, ma sento che nella morte troverò la VITA...quella che vorrei e che per una serie di motivi qui non riesco a vivere...e non solo per quello che accade a me personalmente, anzi, forse questo è l'ultimo dei problemi, sarebbe facile da sopportare e superare, ma per quello che succede nel mondo e che io non ho la possibilità di cambiare e nemmeno la rassegnazione ad accettare...parlo degli animali, della natura, di moltissimi bambini, di anziani, di tutte le persone che soffrono non per colpa loro!E ora mi riallaccio alla storia di Giovanna che ne è un esempio lampante...la sua storia mi ha messo tanta tristezza...come si può privare un bambino o una bambina dell'infanzia in questo modo?L'infanzia è il periodo più importante della nostra vita, e io credo che una volta rovinato, per quanto crescendo si possa cambiare e "dimenticare", il cuore e l'anima rimarranno per sempre segnati!Un esempio è mio padre...mio padre ha vissuto un'infanzia orribile...mio nonno picchiava lui, i suoi fratelli e mia nonna in continuazione, anche senza motivo, bastava una parola, una frase o un atteggiamento che a lui infastidiva, ed ecco che alzava le mani su tutti, indistintamente!Ha preso a calci mia nonna sotto la pancia quando era incinta, mio zio ha ancora una cicatrice sulle labbra per un piatto ricevuto in faccia, mia zia il ferro da stiro dietro la schiena, mio padre una sedia sulle spalle, mia nonna spesso buttata a terra e lasciata li immobilizzata e senza la possibilità di rialzarsi, una bottiglia rotta vicino alla pancia con la minaccia di infilzarla dentro, o un coltello da cucina sulla gola...e chissà quanto altro...e infatti tutti i miei zii e mio padre hanno caratteri chiusi, introversi, incapaci di esternare amore e di dimostrare affetto...quando ero piccola soffrivo tanto per il carattere di mio padre, ora invece piango per lui perchè provo tanta tenerezza nei suoi confronti!Una volta sentii mia zia che parlava con mia nonna e le diceva "Io lo odio" riferito a mio nonno, e credo che una persona che prova odio per suo padre sia condannata a essere per sempre una persona profondamente triste e arrabbiata con tutto il mondo!Scusa Mirina se mi sono dilungato così tanto, ma quella lettera di Giovanna mi ha colpita particolarmente proprio perchè in casa mia c'è una situazione simile, anzi forse anche peggiore...!Ti mando un abbraccio grande grande e grazie come sempre per avermi ascoltato!





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