martedì 22 aprile 2014

L'illuminazione è in via d'estinzione...

Lo scomodo sgabello dell'umiltà



Nel linguaggio comune il termine "amore", al pari di quello di "illuminazione, vengono usati con significati diversi e non dicono più granché..: pensate che ne parliamo indifferentemente sia per indicare una preferenza o un'idea folgorante...molti di noi non sanno neanche più cosa sia l'Amore vero e nemmeno cosa rappresenti l'Illuminazione.
Eppure, in un tempo molto lontano, nei testi sacri, si raccontava di alcuni rarissimi personaggi che avevano raggiunto uno stato di Ascesi Suprema, al di là di ogni pavoneggiamento, di ogni falsa morigeratezza, di ogni significato superbo.

Come aprire il sipario sulla vita vera

Semplicemente, attraverso prove ed impegno, difficoltà e sacrifici, si era giunti all'"umiltà" di non conoscere o di conoscere pochissimo. 
Quel poco: mangiare, osservare la natura, capire la mente degli uomini, saper godere del sole come della pioggia e attenersi ad una costante regola interiore, attraverso la quale valutare costantemente il proprio istinto e la propria albagia.
Se l'intero schermo della costituzione della mente cadeva e si capiva che non si era così buoni o  che magari  si voleva il plauso della gente, cadevano una ad una le quinte del teatro.

Il coraggio d'essere nudi

 Il mondo appariva allora nella sua vera luce e il mistico si sentiva solo e nudo, abbandonato e desolato. 
Era come se dopo il fulgore della presa di coscienza dell'Assoluto (la decisione di abbracciare il misticismo), Dio volesse lasciarci cadere in un baratro oscuro, dove tutto è perduto.
Un'esperienza analoga a quella di molti seguaci di varie religioni, che dopo l'entusiasmo iniziale non riescono più ad impegnarsi, perché sembra loro d'aver perduto tutto.
Nessuno dirà mai loro che quello è solo l'inizio del cammino, la prima delle prove ardue che si riservano all'iniziato, per capire che la Conoscenza non è una mera chimera, fatta di preziose pietre incastonate in diademi, ma percorsi franosi di pietre e sangue e che l'ultimo gradino è riservato a pochi.

Facciamo ciò che ci da piacere?

"Una delle prove più difficili è proprio quella dell'umiltà, che non sta a significare considerarsi rejetti!
Siamo figli di Dio, quindi esseri potenti e divini, ricordatelo!
Quando sulla strada dell'Ascesi iniziano ad apparire i doni della pratica, rimaniamo affascinati e il nostro intento traballa...acquisire capacità paranormali stuzzica l'ego e pochi riescono ad ignorarle!
Ma siamo pure fatti di carne e sangue, deperibili come fuscelli agitati dal vento, se non abbiamo la forza di imporre a noi stessi la Visione".*

Se lasciamo che ai nostri guai provveda il Signore, siamo già molto avanti, ma se staremo immoti ad attendere la manna, essa non arriverà.
Dobbiamo dimostrare di voler cambiare, di esserci ed agire.
Purtroppo chi si rivolge a me lo fa per un sostegno, ma pochi mi chiedono di condividere con loro una saggezza più profonda, quella che aprirebbe loro le porte della Fede Duratura.
Questa civiltà è modulata da una società che non vuole regole...dicono, infatti: "facciamo ciò che ci da piacere".

Offrite quel che potete

Di contro il lavoro duro è demonizzato, sopratutto quello fisico, che fa versare lacrime e sudore.
Nessuno pensa ad offrire questa sofferenza al Signore, per renderla Sacra!
Si cerca di evitarla, si apprezzano coloro che fanno vita comoda e si sprecano i giorni a sfuggire alla responsabilità di vivere.
Ma questo non è porsi in comunione con gli Angeli, ma adattarsi a poltrire per lo spazio breve di una vita.
Ci si risveglierà pieni di assilli, abbandonati ad un calvario di dubbio e di insoddisfazioni morali e mali fisici.
Apprezzare la vita significa farne dono agli altri, capire che si è sempre in tempo per cambiare, che il corpo è una splendida macchina che non va solo allenata in palestra, senza  ostinarci nella nostra convinzione di dover ottenere tutto, ponendo il nostro parere sopra quello di altri.
Verrà il momento in cui saremo premiati e il premio andrà al di là delle nostra aspettative.
Ognuno ha il suo percorso, che va rispettato: offrite quel che potete, un refrigerio, una consolazione, ma tenete per voi le perle che avete conquistato nel mare profondo, con la vostra fatica. 
Un giorno capiterà la persona giusta cui donarle e allora, vedrete, ne farà un buon uso.
Pace e Luce

*(da "La Scuola degli Angeli" di Mirina Donnini)

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